La Storia

LA METODOLOGIA ESTRATTIVA TRADIZIONALE

Le tecniche di estrazione utilizzate fino agli anni ante guerra sono quelle tramandati da secoli ossia, si procedeva con l’individuare l’area in cui le falde fossero visibili in superficie, naturalmente per ridurre l’ asporto di materiale non lavorabile, quindi avveniva lo scavo con pale e picconi per raggiungere le prime falde, essenzialmente utilizzate per la realizzazione di chianche, cordoli e mensole di balconi per il loro ridotto spessore. Il metodo di estrazione consisteva nell’inserire dei cunei in legno lungo le superfici di sfaldatura, ortogonali al piano di calpestio, i quali dopo essere stati imbibiti tendevano ad aumentare di volume e quindi a fessurare la falda lungo la sua naturale discontinuità. Dopo il distacco del masso questo veniva trasportato mediante degli argani, come ad es. il “caprone”, al di sopra dei carri.

LA METODOLOGIA ESTRATTIVA CONTEMPORANEA

Con l’evoluzione delle macchine si è potuto varcare il problema delle falde di altezza maggiore ai 2 metri e contemporaneamente di coltivare cave dove il cappellaccio raggiungeva profondità considerevoli. Infatti, da alcuni decenni, il primo step di chi vuole estrarre materiale lapideo nel bacino di apricena è quello di eliminare il materiale di superficie, per raggiungere gli strati di maggiore consistenza, tramite l’escavazione meccanica. Fatto ciò il fronte di cava può presentare strati che a secondo della loro consistenza possono avere diverse tecniche estrattive e diversi impieghi. Attualmente, i punti in cui il materiale esso viene divelto tramite le volate con esplosivo, mentre dove si presenta decoeso viene frantumato tramite il martellone e trasportato nei frantoi per la riduzione a inerte. Oggi giorno la metodologia estrattiva si avvale di macchine più moderne quali perforatori e seghe a nastro.

IL BACINO DI APRICENA

Le osservazioni di campagna condotte sui calcari affioranti lungo i fronti delle cave, hanno consentito di classificare la varietà di Pietra coltivate nel bacino estrattifero di Apricena. Le osservazioni sono state indicate con i termini: Fiorito-Biancone-Serpeggiante-Bronzetto.

Tipologie

MANCA

Bronzetto Italbeige

bronzetto

VARIETÀ: calcare granulare beige, con clasti più chiari.

LOCALITÀ DI ESTRAZIONE: Apricena-Poggio Imperiale

Serpeggiante Classico Superiore

serpeggiante

VARIETÀ: calcare a grana fine, beige-marronicino, fittamente laminato.

LOCALITÀ DI ESTRAZIONE: Apricena-Poggio Imperiale

Biancone Apricena

biancone

VARIETÀ: calcare a grana fine, avana-beigecon stiloliti.

LOCALITÀ DI ESTRAZIONE: Apricena-Poggio Imperiale

Sivabella Classico

sivabella-classico

VARIETÀ: calcare laminato a grana fine, beige-marroncino, con stiloliti rossastre.

LOCALITÀ DI ESTRAZIONE: Apricena-Poggio Imperiale

Sivabella Chiaro

sivabella-chiaro

VARIETÀ: calcare laminato a grana fine, laminato.

LOCALITÀ DI ESTRAZIONE: Apricena-Poggio Imperiale

Italnapoleon Scuro (radica)

italnapoleon-scuro

VARIETÀ: calcare a grana fine laminato, beige-marroncino, con stiloliti.

LOCALITÀ DI ESTRAZIONE: Apricena-Poggio Imperiale

Filetto Rosso

filetto-rosso

VARIETÀ: calcare a grana fine, beige, laminato con stiloliti rosse.

LOCALITÀ DI ESTRAZIONE: Apricena-Poggio Imperiale

Lavorazioni

Puntellatura

Insieme alla bocciardatura è tra le più antiche lavorazioni ad urto, la puntellatura, eseguita a mano seguendo metodologie tradizionali, esalta la tessitura del materiale. Si presta molto per rivestimenti di facciate, rivestimenti di scalinate e, grazie all’esaltazione naturale della colorazione è molto indicata per l’arredo urbano.

Rigatura

Insieme alla bocciardatura è tra le più antiche lavorazioni ad urto, la puntellatura, eseguita a mano seguendo metodologie tradizionali, esalta la tessitura del materiale. Si presta molto per rivestimenti di facciate, rivestimenti di scalinate e, grazie all’esaltazione naturale della colorazione è molto indicata per l’arredo urbano.

Anticatura

L’anticatura è un tipo di finitura “rustica” molto apprezzata che, riproduce un preciso effetto estetico. L’irregolarità dei bordi e delle superfici rimanda all’azione del tempo, al consumo provocato dall’uso, all’illusione della lavorazione manuale, più che all’ipotetico stato naturale della materia. L’anticatura si ottiene con buratti, macchine che utilizzano miscele acquose leggermente abrasive e che consumano i pezzi per rotolamento, urto e altri movimenti meccanici. I residui stessi dei pezzi lasciati in circolo contribuiscono all’usura artificiale. L’utilizzo si presta al rivestimento bordo piscina, viottoli e in generale all’arredo urbano.

Bocciardatura

Tra le più antiche lavorazioni ad urto, la bocciardatura esalta la tessitura del materiale, cui conferisce un aspetto rustico, scolpito e in rilievo. A livello cromatico la bocciardatura tende ad annullare difformità e variazioni. Eseguibile su molti tipi di roccia, si presta per realizzare manufatti esterni, come scale, cordoli, pavimentazioni, grazie anche alla ridotta scivolosità delle superfici di calpestio.

Tale finitura non è eseguibile sui bordi del piano che rimangono lisci. Si esegue a mezzo della bocciarda, un martello a fitte punte piramidali, atto a scolpire la superficie sottostante. Questa percussione sottopone i materiali ad un notevole stress e richiede spessori maggiori per sopportare le sollecitazioni superficiali.La bocciardatura non è indicata per i graniti, sia perché provoca lo sfaldamento dei cristalli, sia per la scassa resa estetica.

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